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Acqua: il mezzo con cui i cambiamenti climatici impattano gli ecosistemi e la società

Un bene di necessità vitale come l’acqua è il mezzo principale con cui i cambiamenti climatici impattano sugli ecosistemi e sulla società. Il riscaldamento globale, infatti, determina modifiche sostanziali nella disponibilità della risorsa idrica oltre che dei rischi naturali.

Ancora oggi 2 miliardi di persone non hanno accesso ad acqua potabile sicura nelle proprie abitazioni e ben metà dei Paesi del mondo, di cui il 60% in Africa, hanno difficoltà legate alla disponibilità idrica nel corso dell’anno. I cambiamenti climatici peggioreranno questa situazione, creando competizione tra Nazioni per accedere alle risorse idriche. La #siccità vissuta in Italia la scorsa estate ne è solo un piccolo esempio.

Serve cooperazione internazionale per gestire le risorse idriche disponibili in modo adeguato ed equo. Non a caso, da tempo, le Nazioni Unite tra i propri Sustainable Development Goals, contenuti nell’agenda 2030, si sono poste quello della clean water and sanitation. Un obiettivo che comporta la riduzione degli sprechi idrici, il miglioramento della fornitura di acqua e la promozione di azioni volte a regolare gli impatti del clima su questo bene prezioso. Va inoltre considerato il ruolo delle nuove tecnologie, le quali dovranno permettere l’utilizzo efficiente della più grande risorsa idrica del pianeta: il mare.

A tal proposito, il trattamento dell’acqua offre infinite opportunità grazie allo sviluppo di nanotecnologie impiegabili per rendere l’acqua potabile.

Il mare è la più grande riserva di acqua presente sul nostro pianeta, che non può essere utilizzata se prima non viene desalinizzata, riducendo o eliminando il sale al suo interno.

Ne ha parlato – non molto tempo fa – Sabrina Zuccalà, Presidente del Laboratorio internazionale di nanotecnologie 4ward360, durante il convegno “Economia del mare – Sfide e opportunità del mare, sviluppo e protezione sostenibile della blue economy, dell’intermodalità e del Mediterraneo” organizzato alla Camera dei deputati. La Presidente ha evidenziato come, grazie a innovativi studi, sia stato elaborato un piano che prevede lo sfruttamento di nanotecnologie per la distillazione dell’acqua, riducendo l’uso di energia e sfruttando quella solare.

Come funzionano queste nuove realtà? Le nanoparticelle delle membrane in nano-materia trasformano le radiazioni solari in calore, in questo modo non c’è bisogno di portare ad ebollizione l’acqua di mare. I raggi del sole scaldano le nanoparticelle che, a loro volta, mettono in moto il processo di riscaldamento ed evaporazione dell’acqua di mare. Il vapore acqueo passa poi attraverso le membrane degli impianti di distillazione, lasciando dietro di sé il sale e diventando acqua potabile.

Questo tipo di impianti è particolarmente utile per i Paesi in via di sviluppo, specialmente considerando l’aumento della desertificazione. Nello specifico, sono fondamentali per contrastare l’aumento della siccità e le problematiche di accesso idrico, identificate dagli esperti come “la grande emergenza dei prossimi anni”.

È importante lavorare insieme all’implementazione di nuove conoscenze, competenze e abilità per sviluppare applicazioni innovative, al fine di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, aiutando a monitorare ed analizzare le condizioni delle nostre acque, tutelando la biodiversità marina e implementando lo sviluppo di nuove dinamiche energetiche legate al mare. In questo modo sarà possibile concretizzare la possibilità di preservare questa risorsa e di portare acqua potabile in Paesi e villaggi dove l’acqua scarseggia.

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