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Crisi idrica: perché il riutilizzo e il riciclo dell’acqua sono fondamentali per un futuro sostenibile

Poiché circa il 71% della superficie terrestre è ricoperta d’acqua i singoli individui dispongono teoricamente di 1’400-1’700 m3 di acqua pro capite all’anno.

Tuttavia, secondo il Rapporto mondiale delle Nazioni unite sullo sviluppo delle risorse idriche, circa 4 miliardi di persone nel mondo vivono in condizioni di grave scarsità fisica di acqua per almeno un mese all’anno, a causa dello stress idrico, ed è probabile che i cambiamenti climatici provochino variazioni nella disponibilità stagionale durante tutto l’anno e in diversi luoghi del mondo.

Se in alcuni parti del mondo infatti le precipitazioni diminuiscono, in altre queste non si verificano affatto, oppure sono talmente violente da inondare ampi territori.

In parallelo, i ghiacciai, che potrebbero favorire la produzione di acqua, si ritirano. Come se ciò non bastasse, un numero sempre più elevato di persone consuma quantità sempre maggiori di acqua, perché aumenta la domanda di prodotti agricoli e industriali che ne fanno un uso intensivo.

Come affrontare quindi le sfide legate alla crisi idrica e agli alti tassi di consumo energetico?

Con le tecnologie di water management, che possono concretamente ridurre gli sprechi, innescando e promuovendo sistemi di riuso e riciclo dell’acqua per diversi scopi.

Qualche esempio che utilizziamo già in Sodai? La tecnica del trattamento delle acque reflue utilizzata con successo allo scopo di evitare gli sprechi e riutilizzare le risorse idriche, ma anche la dissalazione dell’acqua, che può portare moltissimo risparmio e benefici in termini di rispetto ambientale.

In futuro soluzioni e tecnologie sostenibili saranno il modo più efficace per risolvere il problema della crisi idrica e dello spreco; a patto che si sviluppino modelli virtuosi in tutta la rete mondiale, in modo da ottimizzare il flusso e limitare gli sprechi.